"La negazione di una pulsione la sublima in altre manifestazioni che ne ripropongono l’influenza sotto mentite spoglie" (Freud).
Negare la pulsione sessuale, la prima e più importante pulsione animale/naturale, fa sublimare la carica libidica in altre attività, deviando il flusso energetico e contribuendo alla costituzione delle cd. “corazze caratteriali” (Reich).
Sport eccessivo, rabbia, rigidità caratteriale, ipocondria, ipercinesi, umore altalenante, giudizio, senso di insoddisfazione profondo, mistificazione e spiritualizzazione per operare il distacco dalla realtà e dai piaceri del corpo, fino ad arrivare alle compensazioni più comuni e radicate, fra cui spiccano i disturbi dell’alimentazione. È bene ricordare che i disturbi alimentari non sono solo quelli patologicamente determinati come, bulimia, anoressia, vomiting, beange eating, etc. La sublimazione dell’alimentazione è molto più comune di quanto non si possa immaginare: diete restrittive alternate a momenti di orge alimentari, fissazione su determinate categorie di cibi considerati insalubri o addirittura cancerogeni, studio dei nutrienti, controllo dei pasti, sensazioni di conflitto prima, dopo e durante il pasto, senso di colpa e così via. Si può permanere in una condizione di questo tipo senza mai degenerare in una patologia conclamata.
Il cibo è un argomento pronta riscossione, è il settore compensativo per eccellenza, questo perché mangiamo tutti i giorni almeno tre volte al giorno, è dunque semplicissimo schizofrenizzare l’argomento e catalizzare nell’alimentazione ogni genere di negazione. Inoltre, l’attenzione riservata al nutrimento è un bacino libidico inesauribile, la mente viene impegnata per molto tempo nell’organizzazione del pasto, la selezione dei cibi, l’informazione, la preparazione, la restrizione, il desiderio di un alimento specifico e così via.
Affrontare l’argomento e mettere ordine nel settore una volta per tutte restituirà tempo ed energie da impiegare altrove, da esprimere, elaborare, disciplinare, contenere o semplicemente, ascoltare.
Estremizzando il concetto, il cibo rappresenta nutrimento e piacere, non fa ingrassare, dimagrire, ammalare o guarire.
Sembra assurdo che tutto dipenda dalla negazione di una pulsione sessuale, sembra assurdo ma non lo è perché impariamo fin da piccolissimi a trattare con il corpo in maniera disfunzionale, esistono istinti socialmente accolti ed altri che indignano. Per cui impariamo che l’accettazione da parte del circondario e della famiglia stessa, passa per l’adesione a norme non scritte.
Norme, sguardi o ricatti affettivi. Tutto va bene purché non si discosti dal tracciato.
Per cui il primo limite imposto all’espressione naturale del bambino è proprio quello della (naturalissima e sanissima) scoperta del corpo. Da quel momento, una volta introiettato il diktat, ogni comportamento viene deviato, compromesso e sublimato. Non c’è da stupirsi se da adulti siamo portati a non credere che la repressione sessuale sia all’origine dei disturbi che quotidianamente affrontiamo, dato che nella maggior parte dei casi non abbiamo memoria dei limiti eteroimposti.
Il lavoro è il problema, oppure la famiglia, la coppia, gli amici, la casa, il vicino, l’assetto politico, gli impegni…e così via. Mai e poi mai ci verrebbe in mente che qualcosa non funziona nella nostra quotidianità perché abbiamo oramai disimparato ad assecondare i nostri desideri. Come è possibile operare le scelte giuste per noi stessi se a monte il piacere è stato debellato dalle nostre vite? Il cervello funziona SOLO attraverso il principio del piacere (Nardone - 2019) e le emozioni, siano esse positive o meno, informano i pensieri. C’è da stabilire quali emozioni volete come guida nelle vostre esistenze.
1 Commento
Concetti un pò estremizzati ma sicuramente veri… e con tanti spunti da approfondire sicuramente utili…